lunedì, novembre 19, 2007

è da tempo che volevo parlare in un post di Gustavo Rol...
ma non so proprio da dove cominciare e da dove finire! siccome c'è una quantità enorme di notizie e di fatti che girano attorno alla sua figura, a dir poco, enigmatica.
Mi chiederai: chi è Gustavo Rol?
Io ti rispondo: è difficile da "definire"!!!
è per questo motivo che qui sotto ho riportato, con un bel "copia-incolla", ciò che dicevano di lui, le persone che lo conobbero dal vivo:

«Gustavo Rol è un uomo che Dio ha mandato fra di noi per renderci migliori»Franco Zeffirelli
«...è l'uomo più sconcertante che io abbia conosciuto. Sono talmente enormi le sue possibilità, da superare anche l'altrui facoltà di stupirsene»
Federico Fellini
«Vive a Torino il dott. Gustavo Adolfo Rol, un sensitivo capace di imprese che non hanno nulla di normale e che è impossibile interpretare. È in grado perfino di fare viaggi nel tempo, di conversare con entità che hanno raggiunto l'oltretomba da secoli o di far piombare in un salotto col belato della capra anche il suo campanaccio. Un busto di marmo pesantissimo, senza che nessuno si muovesse, passò da un caminetto al centro di un desco». Enzo Biagi
«... una personalità fra le più sorprendenti del secolo» Alberto Bevilacqua
«Quell'uomo legge nel pensiero e non possiamo rischiare che i segreti dello Stato francese vengano a conoscenza di estranei» Charles De Gaulle
«Rol sfugge alla nostra possibilità di comprensione. È un mistero»Cesare Romiti
«... è il più indecifrabile e fascinoso enigma in cui mai mi sia imbattuto» Roberto Gervaso
«...un individuo dotato di poteri incredibili»Guido Ceronetti
«Qualcosa di benefico si irraggia sugli altri. È questa la caratteristica immancabile...dei rari uomini arrivati, col superamento di se stessi, a un alto livello spirituale, e di conseguenza all'autentica bontà»Dino Buzzati

Tutto questo è ciò che hanno detto su di lui... ma ora vi riporto ciò che lui disse di se stesso:

«Non credo di essere un medium nel senso letterale della parola e neppure un sensitivo. Forse posseggo doti di una intuizione profonda ed istintiva, e di questo mi sono accorto fin da quando ero ragazzo».

«Non sono un mago. Non credo nella magia... Tutto quello che io sono e faccio viene di là [e indicava il cielo], noi tutti siamo una parte di Dio... E a chi mi domanda perché faccio certi esperimenti, rispondo: li faccio proprio a confermare la presenza di Dio... ».

«Ho sempre protestato di non essere un sensitivo, un veggente, medium, taumaturgo o altro del genere. È tutto un mondo, quello della Parapsicologia, al quale non appartengo anche se vi ho incontrato persone veramente degne ed animate da intenzioni nobilissime. Troppo si scrive su di me e molti che l'hanno fatto possono dire che mi sono lamentato che si pubblichi una vasta gamma di fenomeni e mai ciò che esprimo nel tentativo di dare una spiegazione a queste cose indagando su come e perché si producono certi meravigliosi eventi».

«Ma è sicuro che io sia importante per la sua inchiesta? Io sono una persona qualsiasi. Non ho niente a che vedere con i medium, i guaritori, gli spiritisti che lei intervista. Quello è un mondo lontano dalla mia mentalità. I miei modesti esperimenti fanno parte della scienza. Sono cose che in un futuro tutti gli uomini potranno realizzare».

"Mi sono definito «la grondaia che convoglia l'acqua che cade dal tetto». Non e' quindi la grondaia che va analizzata, bensi' l'acqua e le ragioni per le quali «quella Pioggia» si manifesta.
Non e' studiando questi fenomeni a valle che si puo' giungere a stabilirne l'essenza, bensi' piu' in alto dove ha sede lo «spirito intelligente» che già fa parte di quel Meraviglioso che non e' necessario identificare con Dio per riconoscerne l'esistenza. Nel Meraviglioso c'e' l'Armonia riassunta del Tutto e questa definizione e' valida tanto per chi ammette quanto per chi nega Dio."

Scommetto che vi è cresciuta la curiosità dopo aver letto tutto ciò...ma non è finita!
Nel corso della sua lunga vita Rol è venuto in contatto con grandi personaggi della storia del Novecento: Einstein, Fermi, Fellini, De Gaulle, D'Annunzio, Mussolini, Reagan, Pio XII, Cocteau, Dalì, Agnelli, Einaudi, Kennedy e tanti altri. Il suo ruolo è stato quello di mostrare l'esistenza di "possibilità" (come lui chiamava questi "poteri") che possono essere conseguite da ogni essere umano e di confermare la presenza di Dio fuori e dentro l'uomo. Oltre ad una vasta antologia di prodigi spontanei, ha codificato una originale serie di esperimenti che si situano nel confine metafisico dove convergono scienza e religione. Ha fatto spesso uso di carte da gioco, il che ha fatto insinuare ad alcuni che facesse della prestidigitazione. Tuttavia queste carte, che nella maggior parte dei casi non erano da lui nemmeno toccate, costituivano solo il primo e più semplice gradino cui accedevano i neofiti durante le "serate" di esperimenti, oppure erano un mezzo divertente e dinamico per scaldare l'ambiente. Ciò non significa che ciascuno dei "semplici" esperimenti non fosse di per sè sconvolgente.
Egli solitamente mostrava le sue doti "paranormali" negli "esperimenti", come lui li chiamava, che proponeva ai suoi amici nel suo salotto di casa...questi esperimenti consistevano in bizzarri ed inconsueti giochi di carte o di levitazione di oggetti, lettura del pensiero ecc...
Tutto quello che lui ha fatto da quando nacque nel 1903 (a Torino) fino a quando morì nel 1994, è descritto e raccontato in maniera egregia nel sito ufficiale XXXXXXXXXXXXXXXXXXXX quindi è inutile che io vi riporti questa valanga di informazioni e racconti sui suoi esperimenti e prodigi...(meglio evitare di postare un papiro...è fuori moda!)
é per questo che vi riporto solo dei brevi racconti per darvi una idea di ciò che Rol era in grado di fare:

«A volte Rol 'scrive' anche sui tovaglioli delle persone che stanno ai tavoli vicini. Lo fa solo quando è sollecitato dagli amici, che vogliono divertirsi. Mi hanno riferito che uno di questi è Federico Fellini. Quando si trova a Torino, il riferito regista va sempre a salutare Rol. Poi lo invita a pranzo e infallibilmente gli chiede di 'scrivere' a distanza, sui tovaglioli di certi commensali. Rol si rifiuta, dice che non riesce a fare qualcosa che altri vorrebbero, ma poi finisce per cedere. Fellini sceglie certi signori corpulenti, che pranzano con il tovagliolo puntato sul petto sporgente. "Scrivigli qualche epiteto spiritoso", suggerisce a Rol. Il sensitivo traccia dei segni per aria e sul tovagliolo bianco del tranquillo commensale appaiono le frasi più strane, spesso pungenti.
Quando il 'bersagliato' se ne accorge protesta con i proprietari del ristorante. Qualcuno si arrabbia, minaccia e Fellini si diverte un mondo."

Il prof. Diego de Castro, ex-direttore dell'Istituto di Statistica dell'Università di Torino in un articolo su La Stampa del 20.08.1978: «Rol, in piena luce, verso le 13, fece questo esperimento in casa di mio suocero dove era stato invitato a colazione. Non a casa sua. Preso da me, a caso, un libro tra una trentina di volumi ugualmente rilegati: scelte da me tre carte da un mazzo ch'era in casa, per determinare il numero della pagina, mi fece mettere il libro sul petto e intonare una specie di nenia (oh, oh, oh) per alcuni secondi. Non toccò mai il libro che risultò poi essere di Victor Hugo. Disse in francese (traduco): "I valentinesi dormivano con i loro orsi". Il primo verso della pagina scelta con le carte diceva: "I valentinesi dormenti con i loro orsi". Il libro non era mai uscito dalle mie mani, la sua scelta e la scelta della pagina erano casuali: ignoravo che libro fosse. Trucco? Chiedo la spiegazione, anche perché ripetemmo l'esperimento con un libro tedesco e uno italiano con gli stessi risultati».

Il noto scrittore cattolico Vittorio Messori sullo speciale Sette del Corriere della Sera, ottobre 1994, racconta:
«Si conversava, un giorno (era con me Giuditta Dembech) nel grande salone stile Impero, in attesa di trasferirci nell'ambiente attiguo per gli "esperimenti". Si venne a parlare di quel Cottolengo dove Rol (mi dicono) era una presenza abituale e benefica e che, come si sa, non vive che di ciò che, giorno per giorno offre la Provvidenza. Sapevo bene che non aveva mai voluto approfittare per sé delle sue capacità inspiegabili. Ma per qual motivo non per gli altri? "Dottor Rol", gli chiesi dunque, "perché, con questa sua possibilità, mille volte provata, di 'prevedere' ciò che uscirà da un mazzo di carte o da una roulette, non sbanca un casinò? Perché non sottrarre qualche miliardo a quegli speculatori per dirottarli verso chi ne ha bisogno?". Sorrise e lasciò cadere la domanda.
Poco dopo, ci sedemmo attorno al gran tavolo antico. Lui era a un capo, io a un altro, a notevole distanza uno dall'altro. La luce nell'ambiente era piena: non era ancora del tutto buio e i lampadari di cristallo erano accesi. Dopo qualche incredibile quanto consueto - per lui - "esperimento" con le carte, mi si rivolse all'improvviso: "Caro amico, voglio rispondere alla sua domanda. Si alzi, nel cassetto di quel tavolino troverà una risma di fogli bianchi. Ne prenda alcuni, li esamini uno ad uno, ne controlli la filigrana in controluce. Poi li ripieghi in quattro e li infili nella tasca interna della sua giacca. E chiuda bene il bottone!". Eseguii, ritornai al mio posto. Rol non si era mosso dal suo, non ci si era sfiorati. Per un attimo piegò la testa all'indietro, "scrisse" nell'aria con una sua matita - famosa tra i suoi frequentatori - rivestita di bambù. Subito dopo mi disse di estrarre dalla giacca i fogli bianchi che avevo controllato a uno a uno e che io solo avevo toccato. Sul foglio più interno stava scritta, a matita, la risposta alla mia domanda: "Sarebbe una beneficenza fatta senza sacrificio, quindi non avrebbe valore alcuno (qui, una parola indecifrabile, n.d.r.) dello spirito di Rol". Volle che gli consegnassi il foglio: con la stessa matita (anche se in carattere più marcato) e con la stessa calligrafia - era inconfondibilmente sua quella "apparsa" di colpo nella mia tasca, quasi che la grafite si fosse depositata venendo dall'aria - scrisse: "Proprietà del dottor Vittorio Messori, 11 aprile 1989. R". Lo arrotolò e me lo consegnò "per ricordo"».

«Una sera (Rol) ci comunicò che avrebbe voluto scrivere una lettera di fuoco a una persona che lo aveva offeso. Ma, mentre stavamo parlando, agitato mi invitò a dire un numero qualunque. "Ventotto" risposi. Allora mi pregò di andare a prendere un volume qualsiasi e di aprirlo alla pagina corrispondente: la prima parola era "Perdono". Naturalmente non scrisse più la lettera».

SImone

lunedì, novembre 12, 2007

Riceviamo dall’amico Josè Ottati (sua la traduzione) questo bellissimo e significativo racconto allegorico che pubblichiamo con favore, vista anche la rilevanza del tema trattato.

In fondo il testo originale, per gli ispanofonici o per chiunque volesse dilettarsi nel leggerlo.

GALLINE


Finchè non possedevo niente più che il mio materasso e i miei libri, ero felice. Adesso che possiedo nove galline e un gallo, la mia anima è molto turbata.


La proprietà mi ha reso crudele. Ogni volta che compravo una gallina la legavo per due giorni ad un albero, imponendole il mio domicilio e distruggendo così, nella sua fragile memoria, l'amore per la sua antica residenza. Ho costruito un recinto intorno al mio giardino, per evitare l’invasione dei miei uccelli e l’invasione delle volpi di quattro e due piedi. Mi sono isolato, ho fortificato le frontiere, ho tracciato una linea diabolica tra me e il mio prossimo. Ho diviso l'umanità in due categorie; io padrone delle mie galline e gli altri che potevano levarmele. Ho marginato il crimine. Il mondo si è riempito per me di presunti ladri, e per la prima volta ho lanciato al di là del recinto uno sguardo cattivo.


Il mio gallo era molto giovane. Il gallo del vicino ha saltato il recinto e si è messo a corteggiare le mie galline e ad amareggiare l'esistenza al mio gallo. Buttai fuori a forza di sassi l'intruso, però le galline saltavano il recinto e facevano le uova a casa del vicino. Ho chiesto le mie uova e il mio vicino mi ha guardato male. Da allora vedevo la sua faccia sopra al recinto, il suo sguardo cattivo e minaccioso uguale a quello mio, i suoi polli saltavano il recinto e mangiavano il mais bagnato destinato ai miei animali. I suoi polli mi sembravano criminali. Gli ho perseguitati, e accecato dalla rabbia ne ho ucciso uno. Il vicino attribuì un’importanza enorme al fatto, non volle accettare un indennizzo, recuperò il cadavere e invece di mangiarlo lo ha mostrò a tutti i suoi amici; così è iniziò a girare voce nel paese della mia fama e brutalità imperialista. Per questo aumentai l'altezza del mio recinto e raddoppiai la vigilanza; alzai, in poche parole, il mio presupposto di guerra! Il vicino ha un cane deciso a tutto, io sto pensando di comprare un revolver.


Dov'è la mia vecchia quiete? sono avvelenato per la diffidenza e la cattiveria. Lo spirito del male si è impossessato di me. Prima ero un uomo, adesso sono un proprietario.


Rafael Barret

pubblicato sul "Nacional", 5 Luglio 1910..



GALLINAS

Mientras no poseí más que mi catre y mis libros, fui feliz. Ahora poseo nueve gallinas y un gallo, y mi alma está perturbada.

La propiedad me ha hecho cruel. Siempre que compraba una gallina la ataba dos días a un árbol, para imponerle mi domicilio, destruyendo en su memoria frágil el amor a su antigua residencia. Remendé el cerco de mi patio, con el fin de evitar la evasión de mis aves, y la invasión de zorros de cuatro y dos pies. Me aislé, fortifiqué la frontera, tracé una línea diabólica entre mi prójimo y yo. Dividí la humanidad en dos categorías; yo, dueño de mis gallinas, y los demás que podían quitármelas. Definí el delito. El mundo se llena para mí de presuntos ladrones, y por primera vez lancé del otro lado del cerco una mirada hostil.

Mi gallo era demasiado joven. El gallo del vecino saltó el cerco y se puso a hacer la corte a mis gallinas y a amargar la existencia de mi gallo. Despedí a pedradas el intruso, pero saltaban el cerco y aovaron en casa del vecino. Reclamé los huevos y mi vecino me aborreció. Desde entonces vi su cara sobre el cerco, su mirada inquisidora y hostil, idéntica a la mía. Sus pollos pasaban el cerco, y devoraban el maíz mojado que consagraba a los míos. Los pollos ajenos me parecieron criminales. Los perseguí, y cegado por la rabia maté uno. El vecino atribuyó una importancia enorme al atentado. No quiso aceptar una indemnización pecuniaria. Retiró gravemente el cadáver de su pollo, y en lugar de comérselo, se lo mostró a sus amigos, con lo cual empezó a circular por el pueblo la leyenda de mi brutalidad imperialista. Tuve que reforzar el cerco, aumentar la vigilancia, elevar, en una palabra, mi presupuesto de guerra. El vecino dispone de un perro decidido a todo; yo pienso adquirir un revólver.

¿Dónde está mi vieja tranquilidad? Estoy envenenado por la desconfianza y por el odio. El espíritu del mal se ha apoderado de mí. Antes era un hombre. Ahora soy un propietario...

Rafael Barret

Publicado en "El Nacional", 5 de julio de 1910.

domenica, novembre 04, 2007

Un bell’articolo per continuare a parlare d’ambiente, tratto da L’amaca di Michele Serra. Dopo l’Oscar per il migliore documentario e il Nobel, un articolo dedicato, anche, ad Al Gore.


Sta diventando molto di moda, tra i reazionari-chic e nelle vivaci ridotte del politicamente scorretto, sfottere Al Gore e in generale prendere per fesserie tutte o quasi le previsioni fosche sul futuro del pianeta, da quelle climatiche all'allarme per l'inquinamento dell'aria e delle acque. Si sottolineano le imprecisioni, le approssimazioni, le esagerazioni delle famose Cassandre, si cercano gli errori con quel genere di gongolante pedanteria di chi coglie in castagna il famoso romanziere a pagina 323, e pazienza se fino a pagina 322 era un capolavoro.

Si capisce che sia molto più vantaggioso immaginare che l'inquinamento, l'effetto serra e in generale la sensazione di deterioramento ambientale siano frutto della fantasia di un gruppo di dementi o di iettatori. E che sia un vero spasso scoprire che Al Gore ha scritto 8,6 per cento e invece era il 7,3. Rimane il fatto (definibile per via empirica, non ideologica) che l'equilibrio tra uomo e ambiente, a partire dalla spaventosa progressione quantitativa della nostra specie, ci appare sempre più precario. Ci pare molto meglio preoccuparcene, insieme a quel cretino di Gore, piuttosto che ridacchiare in un angolino in compagnia degli intelligentoni negazionisti.

sabato, ottobre 20, 2007

Ho letto l’articolo che seguo con profondo sgomento… non solo per ciò che la morte e la guerra rappresentano, ma perché i morti in questa guerra hanno la mia età.

La classe perduta dell'80

di Vittorio Zucconi, tratto da La repubblica

Arlington (Virginia) - Trovare la generazione perduta dei ragazzi dell'80 è facile. Basta seguire i vecchi in cammino verso le tombe dei giovani, perché tutti i cimiteri di guerra sono fatti cosi. Sono mondi contronatura, città capovolte nelle quali i giovani stanno sotto la terra e i vecchi sopra. Nei giorni delle feste solenni, quando le scuole sono chiuse e gli uffici sono muti, sgambetta tra le lapidi qualche bambino che non ricorda nulla del padre sotto i suoi piedi, e si sdraia sulla terra come sul letto matrimoniale ormai vuoto qualche giovane donna che ha paura di dimenticarlo. Ma nei giorni feriali ci sono soltanto i vecchi e le vecchie, che magari hanno poco più di quarant'anni, ma hanno lasciato quello che restava della loro giovinezza nelle fosse dove giacciono i «ragazzi dell'80», la leva dei ventenni americani inghiottita da un'altra guerra combattuta per mettere fine a tutte le guerre.

Ci sono più di 300 mila morti qui nel cimitero di Arlington, sulle colline della Virginia a sud di Washington oltre il fiume Potomac, che appartennero al generale comandante delle armate Sudiste nella Guerra Civile, Robert E. Lee. Seguendo i vecchi troppo orgogliosi per prendere l'autobus identico a quelli che scarrozzano i turisti a Disneyworld, per viali e i sentieri e pettinati come neanche il giardino del re, si arriva, all'incrocio fraYork e Halsey road alla “Sezione 60”, la più grande. La si riconosce subito, dalle lapidi di marmo ancora fresco e bianco, dai fiori e dai pupazzi sparsi. Soprattutto, l'annunciano due scavatrici giapponesi gialle che smuovono la terra delle nuove sezioni vicine, la 61, la 62, la 58, la 57.

Dissodano e rimescolano la terra con le loro pale per fare posto agli altri «ragazzi e ragazze» dell"80, e presto del '90, che reclamano il proprio posto, in attesa paziente nei frigoriferi degli obitori militari chiusi per ordine al pubblico e ai media, per non turbare i sonni dei sudditi. La terra di queste colline alluvionali, che il fiume porta giù dai vecchi monti Appalaci, è accogliente, soffice e la madre del sergente Princess Samuels, una bella ragazza dalla carnagione color cappuccino a giudicare dalle foto che lei distribuisce a tutti, deve essere rassicurata dal becchino, quando vede la lapide della figlia un po' storta. «Tutte si assestano, dopo qualche settimana, per il peso, nel terriccio bagnato e la superficie sopra la bara si infossa un po'. Ma noi torniamo a raddrizzare le pietre tombali e a ripianare il prato». La signora Regina Samuels si rasserena un poco. «Si era arruolata per avere i soldi dell'università», mi spiega come se fossi un parente e non uno sconosciuto importuno, nella spontaneità solidale di cimiteri e ospedali. Depone un'altra foto e una piccola zucca gialla. «Andava pazza per Halloween», la festa dei morti che scherzano ed escono dai sepolcri. Questa, non credo.

Princess era del 1985. Quando morì in Iraq, anzi, nell'Operazione Iraqi Freedom come sta inciso sulla lapide, perché la protervia della retorica politica non risparmia neppure i morti, era l'agosto scorso, dunque aveva ventidue anni. Una veterana, una «nonna», accanto ai ragazzini che ora le fanno compagnia nella «Sezione 60». Taylor Prazynski, caporale dei Marines, era del 1984. E’ morto nel 2004 il giorno del suo compleanno. Due lapidi un po' pendenti più in là, Nils G. Thompson ci racconta di essere caduto a 19 anni, nato nel 1986, morto nel 2005, come 19 anni aveva il suo vicino, Christopher Joyer di New Orleans, 1986-2005.

Diciannove anni aveva anche Colin Joseph Wolfe, caporale dei Marines, di religione ebraica annunciata dalla stella di Davide incisa sulla lapide e poiché le guerre sono sempre molto politicamente corrette e strette osservanti delle pari opportunità etniche, dopo il polacco, la donna di sangue africano, l'ebreo, il sudista con il nome francese, a 19 anni si sono portate via il Marine vietnamita Alan Dinh Lan e il cinese capitano dell'esercito Y. L. Chen, senza croci, stelle o altri simboli religiosi. Che ritrovo invece sulla pietra candida e fresca di Humayun Saquid Muazzarn Khan, capitano della US Army ucciso quando ormai era praticamente un pensionato, a 28 anni. Il simbolo è la falce di luna della sua fede, l'Islam.


L'età media dei 3.818 soldati americani volontari morti in Iraq (oggi saranno almeno tre di più) e dei 449 in Afghanistan, totale parziale 4.267, quasi il doppio delle vittime di al Qaeda nelle Torri Gemelle, è di 20 anni e sette mesi. Una giovinezza impressionante, per un esercito di professionisti, di volontari, un segno brutto di come si stia grattando il fondo di una generazione, per riempire i vuoti lasciati dagli anziani che se ne vanno appena scade il loro contratto con il Pentagono. Un'età che rammenta più i massacri dei nostri «ragazzi dei '99», o i reggimenti dei «kindermorder», dei liceali tedeschi che partivano a farsi macellare sulla Marna, piuttosto che un'armata di soldati di mestiere. «Uccisi nell'esplosione del loro trasporto truppe blindato», ricorda una lapide di marmo grigio più grande sopra una fossa collettiva che ospitai resti di cinque morti, non molti resti, a giudicare dalle dimensioni del rettangolo di erba fresca. 1983, 1984, 1985, 1986, ora anche qualcuno del 1987, nelle quattro fosse più recenti, ancora teenagers, nei loro 19 anni, con la barba non ancora completa, i seni ancora acerbi, dietro i giubbotti di kevlar spesso comperati dai parenti, con quelle maschere guerriere, gli elmetti da Star Wars, gli occhiali scuri, il beccuccio rialzato del visore notturno a infrarossi eretto sull'elmo come il pennacchio di un lanciere.

Non ci starebbero tutti 4.267, nel terriccio sulle sponde del Potomac, e neppure uno sui dieci di loro, 400, è sepolto qui. Il ministero della Difesa e l'amministrazione dei parchi nazionali che controllano questa immensa città dei morti sono parsimoniosi nell'accettare candidati e non tutte le famiglie lo richiedono. Molti vecchi preferiscono seppellire i loro giovani vicino a casa, nella semplicità di un funerale qualsiasi, senza trombe, silenzi, alte uniformi, lacrime di coccodrillo e schioppettate a salve. Alcuni rifiutano per dispetto, per rabbia contro la guerra che ha consumato i figli, la effimera consolazione dell'eroismo ufficiale. Altri non si possono permettere viaggi aerei andata e ritorno attraverso una nazione continente, per portare un pelouche - quanti pelouche ho visto sulle tombe dei guerrieri bambini - una foto, una zucca, un mazzo di fiori, ma non una piantina, che è vietata. E di fronte a una nazione indifferente, che continua a voltarsi dall'altra parte per non vedere quello che ha fatto a una generazione, ai morti e ai 30mila feriti gravi, il raccoglimento di un piccolo cimitero in Mississippi o in Indiana è meno offensivo della prosopopea del «giardino di pietra», come è stata ribattezzata la città dei morti. Sulle alture dalle quali si vede, dopo la caduta delle foghe, la Casa Bianca dove abita colui che li ha mandati a morire.


L'ultima fossa, la più recente, porta la data di nascita dell'anno 1987 e l'erba si è imbrunita per la siccità e al caldo innaturale di questo ottobre washingtoniano. Le zolle srotolate sopra la fossa, perchè seminare vorrebbe dire lasciare la polvere nuda fino alla crescita e fa brutto vedere, sono inaridite e i giardinieri si preoccupano. Tutto deve sembrare bello, dove niente lo è. Noi dobbiamo credere, fidarci, non vedere e portare qualche fiore ai figli. Magari anche un succhiotto rosa, che una madre ha fatto deporre a un bambino, davanti alla lapide del “lance corporal” dei Marines, Robert Mininger, classe 1984, morto nel 2005. Chissà se quella bambina ha fatto scenate, per togliersi quel succhiotto e che cosa ha dovuto dirle la madre, per convincerla, per mentirle, lascialo a papà, cosi dorme meglio.

E allora buonanotte, caporale.

Alessio

lunedì, ottobre 15, 2007

Si fa un gran parlare di ecologia e ambientalismo… ecco possiamo fare concretamente per ridurre il nostro impatto sull’ambiente. Si tratta di piccole buone abitudini che oltre a rispettare l’ambiente, ci permettono anche di risparmiare qualche euro.

L’articolo, di Cristina Mochi, è tratto da un Venerdì di qualche tempo fa.


Mettendoci tutti a dieta di carbonio si può alleggerire il peso del futuro


Nel 2005 entrava in vigore il protocollo di Kyoto. Ma, anziché diminuire, le emissioni di gas serra sono aumentate. Con pochi sacrifici, però, ognuno di noi può cambiare «taglia». E fare la differenza


Dopo la dieta del minestrone, questa primavera prepariamoci alla dieta del carbonio. La consigliano climatologi e ambientalisti, sicuri ormai che ridurre i consumi di energia (soprattutto tagliando gli sprechi) sia l'unica strada per ridare una speranza al Pianeta che ribolle.

Bisogna evitare, spiegano, che la temperatura media della Terra salga di oltre due gradi nei prossimi decenni, altrimenti il calore innescherebbe nell'atmosfera reazioni a catena dagli effetti imprevedibili. Ci sono gravi ritardi nelle scelte politiche, visto che alcuni tra i più gran di Paesi industrializzati del mondo, come Usa e Australia, non hanno neppure firmato gli accordi di Kyoto sulla riduzione delle emissioni di gas inquinanti.

In Inghilterra però è stato calcolato che l'85 per cento delle immissioni di anidride carbonica nell'aria dipendono dai comportamenti individuali dei cittadini. E dunque si può fare molto modificando, anche di poco, le proprie abitudini. Proprio come si farebbe in una dieta non troppo severa.

Gli italiani, per esempio, che sono consumisti e spreconi almeno quanto gli inglesi (produciamo circa 500 milioni di tonnellate di CO2 l'anno, contro i circa 600 della Gran Bretagna) per l'anniversario di Kyoto (16 febbraio) sono invitati da Legambiente a passare da una taglia nove a una otto.

Nove sono le tonnellate di anidride carbonica che produciamo a testa: perdendone una ridurremmo le emissioni di circa 56 milioni di tonnellate, addirittura più di quel che abbiamo promesso di fare siglando il trattato (cioè 32,5 milioni di tonnellate entro il 2012). Pochi i sacrifici richiesti, dicevamo, e si possono affrontare a cuor leggero, pensando che ci alleggeriranno il respiro ma non le tasche.

Accendere solo di notte uno scaldabagno elettrico, infatti, taglia 2135chilogrammi di anidride, ma anche 854 euro in bolletta. Sostituire cinque lampadine con quelle a basso consumo taglia 17 5 chili e 70 euro, non lasciare la tv in stand by taglia 79 chili e 32 euro.

Può consolarci sapere che, nel frattempo, parecchi nel mondo si stanno muovendo per fare la propria parte. C'è la grande catena di supermercati inglese, Tesco, che ha dichiarato di voler fornire di tetti fotovoltaici i suoi punti vendita per renderli autonomi dal punto di vista energetico.
Dopo, mettere sui propri prodotti, oltre al calcolo di calorie, proteine e zuccheri, anche la produzione di C02 della merce in questione, calcolata in base ai chilometri fatti per arrivare sul banco o alla quantità di imballaggi.

Sul web le proposte si fanno più originali: Mark Oritkush di Boston, nel blog Ecolron (ecoiron.blogspot.com) vorrebbe far diventare nera la schermata di Google, così servirebbero 59 watt anziché 74 per visualizzarla. Quanto alle scelte dei politici, una data cruciale per l'Italia sarà il l0 luglio 2007, quando il mercato dell'energia verrà liberalizzato. Ma bisogna fare attenzione. A quella data avremo una situazione simile a quella vissuta con la telefonia: appariranno più fornitori, ciascuno con le sue tariffe. Ma mentre quelle attuali garantiscono risparmi per i contratti fino a 3kw, e così facendo premiano, giustamente, chi consuma di meno, in futuro, tolto il tetto dei 3kw (che si rivelerebbe antieconomico in un mercato libero), accadrà il contrario: i nuovi gestori, per guadagnare, spingeranno a consumare di più per spendere di meno, come succede, appunto, con il telefono. “Noi invece proponiamo di fare come in California: se in un anno dimostri di aver utilizzato il dieci percento in meno di energia, avrai uno sconto del dieci per cento in bolletta”, dice Edoardo Zanchini di Legambiente. Il libero mercato, poi, dovrebbe dare anche la possibilità di optare per l'energia rinnovabile. Ma potrebbe non essere così: oggi viene certificata come verde solo l'energia che non ottiene incentivi, e cioè l'idroelettrica, Per di più il fornitore non ha l'obbligo di dirti da dove prende l'energia. Se prima di luglio questa legge non viene cambiata, non ci sarà un mercato né verde né trasparente. Sperando poi che tutti questi sforzi si rivelino utili. “Come abbiamo chiuso il buco nell'ozono, faremo anche questo”, ci rassicura Al Gore nel suo bel film Una scomoda verità.

Alessio

Il Bruco partecipa con questo post a: Bloggers Unite - Blog Action Day

Blog Action Day

Il 15 ottobre, i blogger si uniranno per focalizzare l'attenzione di ognuno su una sola, importante problematica. Quest'anno l'argomento di discussione sarà l'ambiente. Ogni blogger scriverà un articolo sull'ambiente, in modo del tutto personale e collegato all'argomento del suo blog. Il nostro scopo è far parlare tutti per costruire un futuro migliore.

sabato, luglio 28, 2007

Di fronte a questo VIDEO eccezionale, penso ci sia solamente una cosa da dire:
gli ufo esistono e volano già sopra le nostre teste!

Sarei davvero curioso di sentire cosa direbbero i cosidetti "cicappini" (quelli che fanno parte del CICAP Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale...Piero Angela ad esempio) su questo video.
...Sicuramente si tratta di fulmini globulari! eh si certo! i noti fulmini globulari che non sappiamo neanche che sono!
ma no! sono dei palloni sonda! è chiaro! e mica siamo scemi!
anzi no!...è un'allucinazione collettiva che ha ingannato + di 100 persone!


"
Un ufo è stato avvistato nei cieli del paese natale di William Shakespeare, Stratford-Upon-Avon, in Inghilterra. Un centinaio di increduli cittadini sono scesi in strada per guardare cinque strani punti luminosi che sono rimasti allineati per più di mezz'ora. Molte delle persone che hanno immortalato l'oggetto volante non identificato con i loro telefonini sono convinti si tratti di un fenomeno extraterrestre.
Lo strano episodio, scrive il quotidiano Daily Mail, è iniziato poco dopo le 22.30, quando alcuni punti luminosi sono arrivati lentamente sopra la città. All'inizio tre luci tonde hanno formato un triangolo, mentre un'altra si è posizionata sulla destra. Pochi minuti dopo, un quinto punto luminoso è stato visto avvicinarsi agli altri a gran velocità prima di rallentare per posizionarsi a poca distanza dagli altri.

I più scettici hanno detto che poteva trattarsi di palloni aerostatici, fuochi d'artificio o anche lanterne lanciate da un vicino campo da rugby. Altri tuttavia hanno notato che la velocità e l'agilità degli oggetti era molto diversa da tutte queste ipotesi. Tutti gli spostamenti erano silenziosi e la prolungata la permanenza in aria non poteva essere stata causata dall'uomo.

"Ho visto apparire una luce, poi altre tre", ha detto un testimone. "Si sono posizionate sopra le nostre teste in formazione, ma poi si sono spostate in altre posizioni". Dopo essere rimaste nel cielo notturno per oltre mezz'ora, così come sono arrivate, le luci sono sparite lentamente e silenziosamente dietro l'orizzonte."
da Tgcom
Simone

domenica, luglio 08, 2007

L'infinitamente piccolo così infinitamente GRANDE: L'ATOMO
Il cammino dell'uomo nella storia è cambiato drasticamente quando l'umanità è venuta a conoscenza della struttura e dell'energia dell'atomo.


Già i greci indicavano col nome atomo qualcosa di infinitamente piccolo costituente la materia e di indivisibile.
L'atomo è formato dal nucleo posto al centro della struttura e dagli elettroni che gli girano attorno ad una velocità prossima a quella della luce:

Per capire come è fatto un atomo, pensate che se il nucleo fosse grande come un pallone da calcio, gli elettroni gli girerebbero attorno ad una distanza di 10 km!!!diciamo un po'come il raccordo anulare di Roma!(ma con meno traffico!eheh)
Dunque possiamo dire che l'atomo è una struttura VUOTA!
perchè fra il nucleo e l'elettrone non c'è nulla...ma quel nulla è pieno di energia!

Tutti noi ogni giorno percepiamo effetti fisici come la gravità e l'attrito i quali sono dei fenomeni macroscopici, ma cio' non ci deve indurre a pensare che le energie in gioco siano piu' grandi rispetto a quelle dei fenomeni atomici, che noi non vediamo.(ma percepiamo...in realtà ad es. l'attrito è dovuto alle forze elettrostatiche fra atomi)

Mi spiego meglio e vado subito al nocciolo del discorso:
Nell'atomo c'è un energia a dir poco immensa!
Questo l'uomo lo ha capito grazie alla famosissima legge formulata da Ainstain E= m c^2.
Provate a "giocare" con questa formula facendo qualche calcolo:

Con un Kilogrammo di massa io ho un energia pari a 9*10^19 joule o meglio 2*10^16 kilo-calorie...tradotto in parole piu' semplici sono 20 milioni di miliardi di kilo-calorie!!!!
Per rendervi conto delle dimensioni fate un po'riferimento al riquadro delle kcal che c'è dietro alle confezioni di cibo.
eheh Non vi fà rimanere senza parole?
A me si!
L'atomo contiene un'energia enorme!Ma dov'è tutta questa energia?
Sta sia fuori dal nucleo--->da questa energia deriva l'elettricità e l'attrito)
che dentro il nucleo--->è proprio qui dentro che risiedono queste energie immani)

Se faccessimo un discorso di energia a livello mondiale, qualcuno potrebbe esclamare: il mondo è salvo! basta prendere quell'energia e addio petrolio!
Il problema è: come si fà a prenderla???
L'uomo la riesce a prendere in parte tramite la fissione nucleare, processo che viene innescato nelle centrali atomiche, e l'altro modo per "estrarla" pero' senza controllarla è rappresentato dalla bomba atomica.
Entrambi prendono energia facendo scontrare degli atomi fra loro...è un meccanismo simile al gioco delle biglie!
Sappiamo tutti pero' che il problema dell'energia nucleare presa tramite uso di centrali atomiche è rappresentato dalle scorie radioattive!

Ma chi ha detto che l'energia che sta nel nucleo và presa per forza tramite la fissione?
Non c'è un metodo piu' sicuro che crea poche scorie radioattive e magari è anche piu' efficiente?
Grazie a Dio si!
Basta copiare la natura!come da sempre l'uomo fà e continua a fare!
Basta guardare le stelle! basta guardare il Sole!
In esso infatti avviene la cosidetta fusione nucleare!
Non sto qui a spiegare come avviene, pero' vi assicuro che è di gran lunga migliore della fissione atomica:
-L'energia estraibile è maggiore
-Le scorie sono minori e si smaltiscono in tempi minori
-Rischio incidente stile Cernobyl pari a zero

è per i motivi sopra elencati che la fusione nucleare rappresenta il futuro dell'uomo!
Ahi noi il primo impianto ottimale sarà pronto all'incirca nel 2015-2030!
Sigh!
Simone

mercoledì, giugno 20, 2007

Stufa dell'inquinamento e del caro prezzo del petrolio, l'umanità ha finalmente deciso di dire BASTA!
Inquinamento, buco dell'ozono, effetto serra, polveri sottili, cancro, caro petrolio, poco petrolio, guerre: BASTA
Ecco le concrete soluzioni frutto della grande volonta e genialità di alcuni scienziati, ingegneri e ambientalisti che hanno avuto una particolare attenzione al problema dell'inquinamento automobilistico, trovandone finalmente una soluzione:

EOLO - macchina ad aria compressa
Eolo, una vettura con motore ad aria compressa, costruita interamente in alluminio tubolare, fibra di canapa e resina, leggerissima ed ultraresistente.L'automobile cammina grazie a delle bombole di aria compressa che alimentano un motore che non funziona a combustione ma semplicemente grazie alla espansione dell'aria compressa.
La ricarica dell'aria avviene in 4-6 ore tramite un compressore elettrico, presente all'interno dell'auto, che riempe le bombole di aria compressa.
Capace di fare 100 Km con 0,77 euro, può raggiungere una velocità di 110 Km/h, funzionare per più di 10 ore consecutive nell'uso urbano ed ha autonomia di circa 200 km.
Dallo scarico esce solo aria, ad una temperatura di circa -20°C, che viene utilizzata d'estate per l'impianto di condizionamento.

Tesla Roadster - spider elettrica
La Tesla Roadster è una spider completamente elettrica con "un pieno" di 400 Km , un'accelerazione da 0a 100 KM/H in 4 secondi, e una velocità massima di 210 KM/H.
Oltre al motore elettrico, che assicura una potenza max di circa 250 cavalli, sono due i sistemi che meritano approfondimento. L’Energy Storage System, un vero e proprio serbatoio di energia composto da oltre 6800 (!!!!) batterie agli ioni di litio. Tale soluzione assicura performance e autonomia inalterate anche in caso di eventuale malfunzionamento o rottura, sempre possibile, di qualche cella.
E per fargli fare il "pieno"?
Basta chiamare un elettricista e farsi mettere una bella presa elettrica in garage. Poi, a quel punto, dopo aver parcheggiato la Tesla bisogna ricordarsi di collegare la spina, proprio come siete abituati a fare con telefonino, iPod e PC.(pieno con una ricarica di tre ore e mezza)

E-Solex - motorino elettrico
E-Solex, nuova versione del vecchio Velosolex, è un motorino sottile come una bici con un modernissimo motore elettrico!
Due le marce disponibili, la prima consente una velocità massima di 35 km/h e un'autonomia di 2 ore e 15 o 60 km, la seconda arriva solo a 22 km/h ma regala un funzionamento di 1 ora e 30 o 45 km. In tutti i casi con circa 1 euro si fanno qualcosa come 1000 km.
E-Solex è un capolavoro di tecnologia: pesa solo 40 kg, ha il freno a disco, un piccolo computer di bordo, le batterie durano per 700 ricariche complete e costa 1100 euro!!!
L'E-Solex è in vendita solo in Francia, per ora, ma essendo una bicicletta non immatricolata si può esportare liberamente in tutta Europa.


Insomma l'uomo sta distruggendo la terra, ma lo stesso uomo cerca di porne rimedio... se con successo o no, solo il tempo potrà dirlo...
...Chissà in un futuro prossimo le macchine a benzina saranno obsolete e i ricchi sfrecceranno sulle loro Tesla Roadster a 200 all'ora sulla terza corsia ...e noi probabilmente saremo intasati in mezzo al traffico cittadino con la nostra modesta utilitaria Eolo, aspettando che scatti il verde al semaforo... AH STRONZO di un E-Solex!!! Che FAI?!? mi TAGLI LA STARDA!!!!!!????

eheh :D
l'uomo sarà sempre lo stesso!
...ma piu' rispettoso della Terra

Simone

mercoledì, giugno 13, 2007

Vita da blogger


In un periodo di crisi per il nostro blog ho pensato di scrivere questa sorta di elenco che evidenzia le caratteristiche principali della vita di un blogger. Non si presenta come una denuncia né come un autodenuncia; né tantomeno un tentativo di esibizionismo per mostrare quanto sia difficile avere un blog. Sono solo pensieri scatenati dalla suddetta vicenda; “blog” è la contrazione di “web log”, diario del web… un diario pubblico.

Un blogger scrive pensando di poter veicolare sapere; ma può scrivere anche solo per condividere le sue esperienze. Noi del bruco abbiamo scelto la prima opzione.

Un blogger deve sempre pensare cosa possa interessare, deve cogliere il momento adatto per pubblicare il suo post; deve considerare la brevità e non dilungarsi troppo: omettere particolari, riassumere concetti e esporre in poche righe il suo pensiero.

Deve pensare a come presentarlo al pubblico: foto, forma, colori…

Deve passare ore a prendere notizie sui mezzi di informazione perché non sia banale né vago; né cada in tecnicismi incomprensibili… deve essere in grado di spiegare.

Un blogger pubblica un articolo sul quale ha perso molto tempo sperando (e credendo fermamente) che riscuoterà un successo straordinario: il post è troppo interessante e ben fatto perché in pochi lo leggeranno! Ma dopo un paio di giorni, capisce di essersi illuso. Poi, sempre lo stesso blogger ne pubblica un altro, senza impegno, semplice, breve… e arriva a 25 commenti.

Un blogger vive per i commenti al suo post; arriva a controllarlo anche 5 volte al giorno. Per lui un commento è meglio di un ricco pranzo di matrimonio in grande stile e anche di un rapporto sessuale completo… almeno non finisce lì: al commento rispondi e crei il dibattito; al sesso…

Per il blogger 5 commenti al suo post sono soddisfacenti; 10 sono una meraviglia e li legge un paio di volte tutti quanti, iniziando sempre dal primo; 15 sono una felicità che non si contiene e inizia a credere di aver un buon blog; a 20 commenti non li rilegge più tutti, ma ormai si sente quasi come Scalfari: il suo post è stupendo e il blog è decollato; al 25esimo commento non sta più nella pelle, il blog è entrato nella storia personale e già immagina di raccontare ai nipotini del suo blog. A 30… non so cosa si provi, quindi posso dire che 30 commenti siano troppi e l’esagerazione disgusta.

Un blogger per pubblicizzare il suo blog invia periodicamente email a tutti i suoi amici e alle volte agli amici degli amici; poi capisce che a commentare sono sempre gli stessi; che non tutti i destinatari hanno apprezzato la sua pubblicità invadente; capisce che internet lo si usa ancora poco o male, e quando lo si usa è per fare le cose più elementari; si rende conto che l’essere umano italiano e l’informatica (e anche l’inglese… t’oh, due delle già famose tre i) sono cose opposte, che viaggiano parallele.

Ma un blogger non demorde e pensa a nuove rubriche, giochi, curiosità; inserisce foto, chiede ad altri (soprattutto i commentatori) di pubblicare qualche loro scritto.

Un blogger controlla e ricontrolla, poi controlla di nuovo e infine ricontrolla ancora se ci sono errori sul suo post; perché non vuole copiare e incollare, ma nemmeno fare figure di merda: a le volte li sfuge cualcosa ma puo capittare (per questa ringrazio Giulia e Eco).

Un blogger pensa a come chiuderà il suo blog, cosa scriverà quando vedrà nello spazio commenti solo un paio di persone che esprimono un giudizio affrettato; pensa come sarà la sua vita senza più il blog, senza pubblicare, senza controllare e senza…

Istituisce giochi a premi e passa ore a pensare al premio, a come far funzionare il gioco, come rinnovarlo; promette il premio per il vincitore e quelli di consolazione per gli altri partecipanti. Poi, al momento della premiazione si fa fotografare tutto sorridente col vincitore, ma le tasche sono vuote! (se si mette a pensare cosa gli ha lasciato l’esperienza del blog, la risposta è semplice: neanche una lira!).

Questo è quello che UN blogger fa per sé e per gli altri… …noi per fortuna siamo in 3 e questi problemi non li abbiamo: auguri e tanta, tanta solidarietà a chi il blog se lo gestisce da solo!

Alessio

mercoledì, maggio 30, 2007

Fotografia: dal digitale allo stenopeico!

Avete mai sentito parlare di macchina fotografica a foro stenopeico?

Ehi dove vai! So che potresti non essere interessato all’oggetto sopradetto!

…ma…riformuliamo la domanda…
Ti piacerebbe far rosicare quei dilettanti di Art Attack?
E per lo più spendendo pochissimi euro?
Allora non devi far altro che leggere quello che ho copiato e incollato per te:

“Un progetto elementare di macchina fotografica a foro stenopeico, consiste nell'utilizzare una scatola di cartone spesso, ad esempio un cubo di 10 cm, all'interno del quale può slittare una scatola leggermente più piccola. I due interni dovranno essere neri ed è preferibile che le superfici di scorrimento siano guarnite di feltro nero;

nella parte anteriore si apre un buco di 1 cm. su cui andrà applicato il foro stenopeico.

Il termine, che viene dal greco stenos, vuol dire molto piccolo.
Per noi è sufficiente un quadratino di alluminio (domopack) forato con la punta di uno spillo: bisogna porre attenzione affinché il buchetto sia ben tondo e privo di sfrangiature, nel caso è opportuno pulirlo con una leggera passata di carta abrasiva dalla parte opposta a quella su cui si è appena appuntato lo spillo. Più o meno avrai ottenuto un forellino di mezzo millimetro.
Applica la lamina all'interno della scatola in corrispondenza del buco di 1 cm., mentre all'esterno un quadratino di cartone nero fermato con nastro adesivo fungerà da otturatore. All'interno della scatola non deve filtrare luce, quindi è opportuno utilizzare scotch nero pesante anche per gli spigoli e le giunture.

A questo punto puoi chiedere ad un fotografo di caricare la camera con una pellicola piana 6x9 da 100 ISO;
forse inorridirà o sorriderà, non importa, chiedigli di fissarla sul lato opposto al foro con quattro quadratini di nastro adesivo sugli angoli; la camera sarà pronta per la prima fotografia ( e ciò è vero anche storicamente). Il fondo della scatola è quadrato (10x10), la pellicola rettangolare (6x9), evidenzia l'alto-basso del formato per avere un'idea di ciò che inquadrerai.
In una giornata luminosa, con il sole alle spalle, nota bene, con i due cubi rientrati, quindi con una distanza di 10 cm fra il foro e la pellicola, bisognerà appoggiare la camera affinché rimanga ben ferma, sollevare il cartoncino nero che funge da tappo per un secondo, ricoprire il buco, e riportare la camera dal fotografo o in un laboratorio per far sviluppare la pellicola.
A lavoro ultimato potrai ricambiare il sorriso degli scettici.”

Che ve ne pare?
Bello vero?
A me sa molto di inizi del novecento!
Noi ancora non l’abbiamo sperimentata questa macchinetta di cartone…ma ora che si avvicina l’estate sono sicuro che ci proveremo!
Provateci anche voi così poi verificheremo i risultati e magari potremmo anche eleggere la foto migliore!


P.s. : Un po’ di definizioni e formule…

Ecco la formula matematica che permette di calcolare il diametro ottimale del foro ( D…espresso in mm) data la sua distanza (L) dal piano pellicola:

L è la lunghezza dell'apparecchio, cioè la distanza foro/pellicola, espressa in mm, chiamata anche lunghezza focale.

Pensate che la Nasa ha proposto un progetto chiamato “New Worlds Imager” che consisteva nell'utilizzo di una fotocamera a foro stenopeico con diametro di 10 metri e della lunghezza focale di 200000 Km per fotografare pianeti della dimensione della Terra in altri sistemi solari!!!

Simone
(sono venuto a conoscenza di tale argomento grazie al sapere di Alessio)

martedì, maggio 22, 2007

E SE...

E se 2+2 non facesse 4?
E se ciò che vediamo fosse solo una piccola parte del reale?
E se Zidane non avesse dato una capocciata a Materazzi?
E se vedessimo arcobaleni a microonde?
E se il mondo ricominciasse da zero?
E se l'Italia non avesse avuto Berlusconi?
E se gli alieni fossero già tra noi?
E se fossimo sempre tutti felici?
E se Gesu' ritornasse ora?
E se gli animali parlassero?
E se la Luna fosse abitata?
E se piovessero ciambelle?
E se avessimo il dono della profezia?
E se Atlantide non fosse sprofondata?
E se avessimo il dono del sapere universale?
E se Michelangelo non avesse affrescato la Cappella Sistina?
E se l'uomo non avesse piu' paura della morte?
E se Hitler fosse in paradiso?
E se nonn'm avesse 3 palle?
E se fosse diventato re, Remo al posto di Romolo?
E se tutti i cinesi saltassero insieme?
E se esistesse un energia infinita e pulita?
E se i russi avessero attaccato gli Usa?
E se l'uomo potesse volare?
E se la bomba atomica fosse andata in mano ai nazisti?
E se ci fossimo evoluti dalle scimmie per mezzo degli alieni?
E se potessimo parlare con i morti?
E se il sole si spegnesse?
E se l'uomo fosse eterno?
E se tutti fossimo ricchi allo stesso modo?
E se io non fossi in me, ma in te?

Provate a rispondere E SE volete, prolungate l'infinito elenco degli "e se"...
E se non fossi Simone

lunedì, maggio 14, 2007

TRAVIAN :
la vita, la guerra e la morte.. sociale!

...e chi l'avrebbe mai detto? certi giochi si guardano sempre con distacco, anche perchè di tempo ce n'è sempre poco!
Invece, noi de Il bruco, abbiamo allargato i nostri confini conquistando la terra di Travian!

Leggo da wikipedia che Travian è un MOGG (Massively Multiplayer Online Game), cioè un gioco con più giocatori on line, spudoratamente GRATIS, ispirato al gioco da tavolo Coloni di Catan.
Il fine del gioco (che segna anche parallelamente, la fine della vita sociale e carrieristica), oltre il divertimento e il confronto delle proprie capacità strategico-intellettuali rispetto gli altri partecipanti, è quello di organizzare una società, partendo da un villaggio fino a diventare una vera e propria città, con villaggi sparsi altrove.

Da prinicipio, si scegliere a qualche civiltà appartenere: Romani, Galli o Teutoni.
Dopo questa scelta, i primi passi verso la costituzione progressiva di una buona comunità.
Bisogna bilanciare le risorse da ricavare nel nostro territorio: legna, argilla, ferro e grano; migliorarne l'estrazione ed estendere il lavoro ai boschi, ai monti, alle cave e ai campi coltivati nel nostro territorio o in quelli limitrofi (eventualità, quest'ultima, da tenere in considerazione in un futuro remoto).

Dopodichè entrano sulla scena le prime preoccupazioni per far progredire culturalmente e bellicamente il nostro villaggio...
Si aprono una serie di innumerevoli altre possibilità che alla nostra Repubblica delle banane (nome del nostro villaggio) ancora sono proibite.
Stiamo progredendo e presto sentirete parlare di noi...

Ovviamente abbiamo scelto i Romani, il nome del villaggio è, appunto, Repubblica delle banane; se all'inizio avevamo scritto nella opzionale descrizione del nostro personaggio, dure frasi belligeranti, fiere dell'orgoglio virile romano (come VENI VIDI VICI o simili) adesso siamo passati a concetti e slogan più umili, anche per evitare guai (come HIC SUNT PEONES oppure, come tributo al domani, "Damose da fa', semo romani").

Il bello del gioco è che non ruba molto tempo; dopo aver iniziato, molti processi continuano anche in assenza dell'utente. Questo permette una gestione semplice e autonoma del villaggio.
E' chiaro che, passati i tre giorni iniziali in cui si è immuni da attacchi e si provvede al progresso, se si abbandona la città, si cadrà vittime di conquiste esterne; il più delle volte il fine dei combattimenti è la conquista delle risorse, altre volte invece la distruzione del villaggio.

Collegatevi al sito, iscrivtevi e giocate. Poi, diteci chi e dove siete; potremmo allearci e scambiarci consigli e risorse.

In conclusione vi segnalo queste 2 frasi-slogan (prese su internet), che spiegano benissimo cos'è Travian:
"Con Travian:un pò sindaco ed un pò dio!"

"Travian: Questa micidiale malattia"
Alessio

mercoledì, maggio 09, 2007


VOLETE VEDERE BEPPE GRILLO GRATIS????
E ALLORA FIRMATE QUESTA PETIZIONE!!!

Se raggiungeremo un determinato numero di firme...lo vedremo GRATIS alla Sapienza di Roma


!!!FORZA A FIRMARE!!!

giovedì, maggio 03, 2007

Mosè, il mio compagno di Ingegneria

Per chi non lo sapesse, di fianco alla facoltà di Ingegneria c'è la chiesa di San Pietro in Vincoli, dov'è custodita la famosa, apprezzata ed importante opera scultorea di Michelangelo, IL Mosè.
Ogni giorno mentre vado all'università, passo davanti questa chiesa...vedendola non si direbbe tale!...almeno da fuori.
Non ha proprio l' aspetto di una chiesa...mi chiedevo poco tempo fa:ma guarda quanti turisti la visitano ad ogni ora del giorno...che ci sarà mai?
Così mi decisi ad entrarci siccome l'entrata era gratuita...ti pare che c'è qualcosa di importante in una chiesa, che neache sembra una chiesa!
Eppure una volta entrato rimasi affascinato dal suo interno: due file di colonne rudi, massicce ed imponenti fiancheggiano l'entrata.(Sembra quasi Nanosterro, la città sotterranea dei nani del signore degli anelli)

C'è molto spazio vuoto, stile romanico riempito dalla luce che filtra dall'entrata.
Avanzando verso l'altare intravedo un complesso di statue tutte di marmo bianco...guarda quello al centro sembra quasi il Mosè di Michelangelo...sarà una copia, figurati se lo tengono qui!eheh.. dissi.
Andiamo a vedere...
Era proprio Lui!
Ma prima di dire che si trattava della statua suddetta, stetti dei minuti a guardarlo attentamente...cambiando l'angolazione...
Che dire, ero rimasto folgorato, si è la parola giusta, ma direi anche fulminato dalla sua imponenza, dal suo sguardo severo a dir poco, dalla sua delicatezza e saggezza, quella barba lunga e sinuosa...con quelle "corna" sopra la testa...sembra quasi alzarsi da un momento all'altro!

Me ne andai via molto felice di ciò che avevo visto e di cio che avrei continuato a vedere ogni volta che mi andava di vederlo...eheh tanto è a 10 metri da ingegneria!
:) io rosicherei se fossi in voi! anzi cambierei subito facoltà!eheh:)

Ora riporto qualche notizia che ho trovato sul ben amato internet, riguardante questa meraviglia di marmo...
Solo 25 tonnellate di marmo bianco di Carrara? come direbbe la famosa pubblicità barilla!
NO di certo!

Tutto comincia nel 1505 quando il Papa Giulio II fa venire a Roma, da Firenze, Michelangelo e gli commissiona il suo monumento funebre.
L'artista fa un progetto ambizioso: immagina un'enorme costruzione, di m 10 x 6 di lato, messa al centro della nuova Basilica di San Pietro progettata da Bramante, proprio al di sopra della tomba del santo: un vero e proprio mausoleo antico, visibile su tutti e quattro i lati e più non appoggiato a una parete, come erano gli altri monumenti papali.

Il mausoleo è diviso in tre piani: in basso ci sono nicchie con figure di Vittorie e di Prigioni (prigionieri); al di sopra, quattro grandi statue angolari rappresentanti la Vita contemplativa, la Vita attiva, San Paolo e Mosè; infine, Giulio II sul letto funebre con due figure piangenti (angeli o Personificazioni del Cielo e della Terra). In tutto, sono previste 40 statue!!!!!!!!!!

A Giulio II il progetto piace molto( A CHI NON PIACEREBBE FARSI FARE UN MONUMENTO DA MICHELANGELO???), ma ha il difetto di essere troppo costoso. Lo stesso papa impone a Michelangelo di accantonarlo per un po'...e per non far annoiare l'artista gli fa dipingere il soffitto della Cappella Sistina! COSì TANTO PER PASSATEMPO!

Dopo la morte del papa, i suoi eredi chiedono a Michelangelo di ridimensionare il monumento e infatti l'artista lo trasforma in una tomba a parete. Certo, le statue sono meno numerose, solo 22, ma l'insieme è ancora grandioso.
Inoltre, lo scultore aggiunge anche l'immagine della Madonna col Bambino al di sopra di quella del papa, che non è più al vertice compositivo, e ideale, del monumento.

Risalgono a questa fase due statue gigantesche conservate al Louvre, e anche il Mosè:
È una statua imponente, che forse meglio di altre sottolinea la "terribilità" di Michelangelo, terribilità intesa come grandezza che lascia sgomenti.
Il gigante è seduto su un seggio, ma la posizione del corpo indica una forte tensione interiore, sintetizzata nell'atteggiamento instabile che lascia intuire che il profeta è sul punto di alzarsi, mentre fissa con occhi severi e terribili il suo popolo.
Il carattere di Mosè è reso così bene che, secondo Vasari, molti ebrei romani andavano ad ammirarlo anche se si trovava dentro una chiesa!

Il Mosè viene rappresentato in posizione seduta, con la testa barbuta rivolta a sinistra, il piede destro posato per terra e la gamba sinistra sollevata con la sola punta del piede posata sulla base. Il braccio sinistro è abbandonato sul grembo, mentre quello destro regge le tavole della Legge, mentre la mano arriccia la lunga barba : questo è un elemento fondamentale dell'iconografia del Mosè.
Secondo il Vasari, è scolpita con una tale perfezione da sembrare più “opera di pennello che di scalpello”!
Osservando attentamente le tavole della legge, queste risultano rovesciate, come se fossero scivolate dalle braccia del Mosè.

Un particolare importante non ancora citato sono i corni sulla testa di Mosè ...
cosa rappresentano secondo voi?
Che Mosè era cornuto? eheh
Sentite qua:
La parola ebraica “qeren” ,tre lettere: Qof, Resh, Nun finale, qui tradotta “corno”, significa anche “forza, potenza” oppure “brillare, irraggiare”, e in latino o in italiano è ben visibile e udibile il rapporto fra le parole "corna" e "corona"!
Dunque i corni sulla testa di Mosè rappresentano raggi di luce...

Le sacre scritture narrano che Mosè non appena sceso dal monte Sinai, dove poco prima aveva ricevuto da Dio il compito di diffondere i dieci comandamenti, vedendo il popolo in festa per la costruzione di un vitello d'oro, accortosi dunque del peccato di idolatria, gettò con violenza a terra le tavole che finirono per rompersi.
La bibbia descrive Mosè come una persona irascibile, soggetta a scatti di collera( credetemi aveva motivi per farlo!);

Secondo una leggenda Michelangelo colpì violentemente il ginocchio del Mosè con un martello. Un gesto di rabbia che nasceva dall'esasperazione verso una statua così perfetta ma muta!
L'espressione di Michelangelo: “Perché non parli?” si riferisce a questo episodio.
In realtà sulla statua si riscontra solo una naturale venatura del marmo e non vi è traccia di fratture intenzionali.

E per finire sentite cosa ne dissero di questa "statua" :

Freud definisce la statua impenetrabile, poiché già prima di lui diversi illuminati pensatori cercarono di cogliere il messaggio che l'artista aveva impresso nella sua opera.
Burckhardt scrive, riguardo all'opera, che "la sua forma è animata da un potente movimento incipiente"
Lubke invece "è come se in questo momento il suo occhio lampeggiante percepisse il peccato dell'adorazione del vitello d'oro ed un potente movimento intimo percorresse tutto il suo corpo".
Sprinter poi lo descrive "bruciante di energia e di fervore, con fatica l'eroe domina la sua emozione interiore.
Quest' ultimo parere è quello che più si avvicina alle idee emerse dall'analisi di Freud: Le sopracciglia contratte e minacciose esprimono un senso d'ira, mentre dallo sguardo emerge il senso di dolore, dalla bocca emerge invece un senso di disprezzo dato dagli angoli rivolta verso il basso e dalla sporgenza del labbro inferiore.


E a voi cosa esprime?

p.s.
vi consiglio vivamente di venirlo a vedere qui a Roma, metro Cavour linea b un sola fermata da termini...una settantina di scalini e...
eccovi il Mosè!
Simone

giovedì, aprile 26, 2007

Giunge quest'oggi, la bella notizia che segue.
Ancora niente è stato stabilito con certezza, ma speriamo (e crediamo!) che la giusta via per il compromesso è stata presa.

Da repubblica.it

BRUXELLES - Fino a quattro anni di reclusione per i reati di pirateria e contraffazione se vengono commessi nell'ambito di un'organizzazione criminale oppure comportano un rischio per la salute o la sicurezza delle persone. Di fatto, tolleranza zero per quel che riguarda la contraffazione su larga scala, ma niente carcere per chi viola il diritto d'autore a titolo privato. Gli utenti del web possono stare tranquilli. Il Parlamento europeo ha approvato - con 374 voti a favore, 278 contrari e 17 astenuti - la risoluzione di Nicola Zingaretti (Ds) che introduce sanzioni penali per la contraffazione e la violazione della proprietà intellettuale. Sono stati adottati vari emendamenti, che modificano la proposta avanzata dalla Commissione Ue per escludere dal campo di applicazione della direttiva "atti compiuti da un utilizzatore privato per fini personali e non di lucro".

In sostanza, non rischiano fino a quattro anni di carcere e sanzioni da 100 mila a 300 mila euro i singoli che scaricano qualcosa da internet, perché l'obiettivo è colpire la contraffazione su larga scala e il crimine organizzato, ovvero - come prevede la norma - "qualsiasi violazione intenzionale del diritto di proprietà intellettuale commessa su scala commerciale, la complicità e l'istigazione".

La parola ora passa al Consiglio dove già si prevedono le resistenze di Paesi, come la Gran Bretagna, tradizionalmente ostili a modifiche del codice penale attraverso una normativa europea.

Clicca qui per l'articolo integrale
Alessio

martedì, aprile 10, 2007

Piero Marietti: Ipse dixit

Dopo le "zichicche" del famoso scienziato Antonio Zichichi, abbiamo pensato: perchè non raccogliere le "mariettate" del leggendario prof. di Elettronica II Piero Marietti!?!
Sperando che abbiano lo stesso successo, eccovele raccolte con maestria e abilità certosina in questo post: che Marietti ci perdoni!



Marietti: Ipse dixit

  • Se c’è un’antenna è una radio
  • Se c’è una parte trasmittente e una ricevente è un Walkie Talkie
  • Se ci sono le scatole è un marketing ( gli si può chiedere solo il costo)
  • P.A. non è pubblica amministrazione ma power amplifier
  • Quando l’accelerazione si fotte scoppia l’airbag
  • Al petrolio l’energia gliela danno i soldi, le guerre…!
  • Se va bene è colpa tua che stai sporcando
  • Il segnale viene sconvolto e masticato dall’elaboratore
  • Studia un po’ di grammatica inglese in più
  • 30, sto dicendo un numero a pera…
  • La domanda fondamentale è : ” Cosa devo fare?
  • L’accoppiamento di solito non funziona
  • Se sporchi sei uno sbrasone!
  • Se mando troppa potenza creo una stufa ed un altoparlante che poveraccio continua a funzionare
  • Se 2 segnali non si impicciano li posso trasmettere
  • Se non funziona una cosa elettronica è colpa dell’alimentazione
  • La matematica è un po’ scorbutica. Se tu le sei fedele lei ti è fedele; se tu sgarri lei ti caccia via
  • Corollario: La matematica è femmina.
  • Quando scrivete s = jω raggiungete l’orgasmo
  • Quando ci stanno le δ succedono cose turche
  • La n ha contenuti frequenziali che rimangono nella strozza
  • Il formalismo può appecorarsi lungo una sola direzione
  • Quando si tappa un buco se ne apre sempre uno più grosso
  • Usando la matematica come una zappa sei un “ terminator
  • Nei baretti danno consigli sbagliati
  • Acchiappo un asino, lo faccio girare, muove un magnete e anche l’asino crea elettricità
  • Per fare un trasformatore acchiappo un rocchetto della carta igienica e ci faccio 2 avvolgimenti
  • Prendo invece un bel pezzaccio di ferro…
  • Gli avvolgimenti del trasformatore non sono avvolgimenti celestiali
  • I lamierini del trasformatore sono come le sottilette KRAFT con una sfogliatina di isolante tra una e l’altra
  • Il condensatore senza perdite è dell’Arcangelo Gabriele
  • Il condensatore se la fa addosso e un po’ si scarica da solo
  • Il tenente di ALIEN è il tenente “ ONDULATOSO ” ( RIPLEY )
  • Quando vai a tavoletta si bruciano le lampadine
  • Quando il programma è oneroso il microprocessore si mette a pistare
  • Il computer a un certo punto dice : “ Salva tutto e spegni che sto con la lingua per terra ”
  • Dopo un po’ l’alimentatore non è più un bocciolo di rosa giovanissimo ma comincia a invecchiare
  • Le alette per il raffreddamento sulla testata del motorino stanno là non perché fa fico, ma per raffreddare
  • La spina si rompe perché il signor Romolo Persichetti prende il filo e tira via tutto
  • Dato che il mondo è analogico, tu puoi fare tutte le porcate digitali che vuoi, ma poi devi mettere un convertitore analogico
  • La forfora e gli sputazzi sono causa di impurezza per il silicio
  • Se con 10 milioni di transistor non riesci a fare tutto sei un pirla!
  • Quando l’informatico vede un filo gli piglia un accidente. Quello al massimo sa riconoscere il filo del mouse
  • Sei un bauscia!
  • Il transistor non è Maciste, anche lui ha le sue debolezze
  • Polarizzare un BJT con il modello dinamico è come stuzzicarsi i denti con un’automobile
  • Quando me la sono persa questa turbativa dell’ordine pubblico? ( riferito a un generatore di tensione )
  • Che vuol dire che la retta di carico varia poco? 5 euro? 3 cent? Poco è una risposta da avvocato!
  • Scegliere Vbe=0,65 mi fa felice come un rospo alla luna. E poi devo essere consapevole che sto facendo una porcata! Però a volte trasgredire giova..
  • Le scorciatoie sono sempre piene di fango, buche e burroni!
  • “ Allora devo considerare anche la non linearità della discesa degli Unni e poi mi prendo a martellate sulle dita…”
  • Con 20 milioni di euro mi ci compro tutti pescetti di liquirizia e me li magno e a te non ti do una lira!
  • Se telefoni e trovi occupato sei eliminato perché sei un disturbo
  • Il rumore è generato da tutto; pure da un banco di legno
  • "NAIQUIST" o "NIQUST"; "NAIQUIST" se tu vo' fa l'americano, ma quello era svedese!
  • Se quello è un emitter follower addà pe' forza followà!
  • Se devo fare una sottrazione, non posso mica sottrarre le mele dalle pere...
  • Fatta la controreazione comincio ad avere visioni celestiali: angeli o orge... a seconda dei punti di vista (o a seconda dei gusti)
  • Quando va tutto bene, dietro l'angolo c'è sempre un APACHE in agguato
  • ...ma allora sei così bugiardo che manco Jaco o Otello erano così bugiardi!
  • La matematica ti dice il modello che stai usando. Della serie "dimmi con chi vai ti dirò chi sei"
  • Le teorie prese quando non sono più vere fanno le sette sataniche, e voi ne fate parte. Voi prendete i miracoli dall'occulto... dal nero, non dal bianco!
  • Con queste teorie andate avanti come cappuccetto rosso nel bosco
  • I transistor già sono piccoli e se ti metti lontano non vedi più niente. Non è una questione di classifica; non è che più stai in alto e più sei un signore..
  • "Aò! Mica mi ti so sposato che non mi stai a sentì! Mica sei mia moglie! Lei è l'unica autorizzata a non mi sta a sentì!"
  • Quanto vale?... 5/1300... ormai lo sa pure Brontolo
  • "Prof. scusi c'è un fischio che dà fastidio"... "Lo sento anch'io, ma non so da dove viene. Facciamo finta che è virtuale"
  • I poli di controlli stanno dentro casa, quelli di elettronica stanno più lontani
  • L'uscita di questo stadio sta in pizzo al differenziale
  • f non è un cavallo pazzo.. pure lui c'ha la sua banda passante. Ma non era un partitore? E certo... era un partitore quando stavamo nel giardino degli aranci!
  • Inserisco un polo dominante per calmare l'amplificatore.. l'ho drogato, gli ho dato il bromuro..
  • Faccio in modo che i poli non si intruglino
  • La resistenza che scalda la stufetta è una "sleppa" di 'sta portata
  • Un transistor di potenza non lo integro nemmeno se mi metto a piangere in turco
  • ...e qui abbiamo il terzo polo... che Dio perdoni il terzo polo!
  • Sono i 2 transistor finali che danno la birra al carico
  • In un finale di classe AB posso tirare il collo ai transistor
  • Non ci dimentichiamo che l'amplificatore integrato non è un miracolo ma c'ha bisogno dell'alimentazione
  • Un amplificatore ideale ha amplificazione infinita, banda passante infinita, resistenza d'ingresso infinita e se per caso glielo domandate tira fuori pure il genio della lampada. Poi se è miracoloso non ha bisogno nemmeno dell'alimentazione !
  • Non è che esiste la miniera dei transistors,l'albero dei transistors...
  • Tutti vogliono fare i sistemisti perchè si sentono più fichi, ma se non capisci niente, non capisci niente punto e basta
  • Questo qui è un modello della resistenza... come quando Raffaello ha dipinto la Madonna, quello era un modello della Madonna.. ma non della Madonna perchè era fatto bene, ma proprio perchè era della Madonna
p.s.
che Lui ci perdoni!
p.p.s.
ricordatevi di commentare!
p.p.p.s.
chi non commenta è un bauscia!!!

mercoledì, aprile 04, 2007

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Informiamo i gentili bloglettori che la redazione de Il bruco
sospende le pubblicazioni di postacchioni esagerati (che gli altri blog ci invidiano) per la settimana santa...
Vi consigliamo di non accendere il computer almeno per i prossimi giorni...
Insomma è Pasqua anche per tutti quei milioni di transistors cmos che compongono il vostro microprocessore!!!

...TTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT...

domenica, aprile 01, 2007

RICORDO DI UNO DI NOI

Scrivo questo post per raccontarvi la mia esperienza vissuta con il Papa Giovanni Paolo II...quando ricordo, ancora mi commuovo.
Era appena passata la Pasqua quando le sue condizioni di vita peggiorarono...non era una novità che il Papa stesse male, se non sbaglio era già da un paio di mesi che si trascinava dei problemi di salute...
Io ho da sempre detto che nel giorno che stesse morendo sarei subito andato a San Pietro a vegliare il suo trapasso a vita eterna...era come un desiderio, quasi un sogno in me...che strani sogni che hai!! mi direte! :) bè che ci posso fare!

Era lunedi...martedi...mercoledi...bo' non ricordo!
Comunque stavamo io ed Alessandra a casa di Roberto al pian terreno, quando la televisione annunciò che il Papa stava male...
Io appena ho sentito questo mi misi a piangere, e mi sentii trasportato in Piazza S. Pietro...io dovevo andarci, se non ci andavo mi sentivo male!
Non è tanto che io ci volessi andare perchè sapevo che sarebbe morto...come facevo a saperlo?
Ma piuttosto sentii come se qualcuno mi volesse lì...ad aspettare la sua morte.

Fatti i bagagli in pochissimo tempo, ritornammo io ed Ale a Roma...mi ricordo che mio padre quasi non voleva che andassimo così di fretta...ma era piu' forte di me! io dovevo andare lì!

Non ricordo piu' nulla...ho una specie di vuoto sul viaggio di ritorno...mi rotrovai in piazza san Pietro, Ale era a scuola, a pochi passi dalla piazza, e mi avrebbe raggiunto appena uscita...

Mi ritrovavo in piazza...poche parole per descriverla, ma tante emozioni...
c'era della gente, soprattutto ragazzi, tanti ragazzi che erano accorsi come a noi, perchè si sentivano di stare lì...tutti avevano uno sguardo un pò perduto...tutti vagavano nella piazza...i canti dei neocatecumeni riempivano l'attesa...le preghiere abbondavano...GIOVANNI PAOLO!...GIOVANNI PAOLO!...urlavano i papa boys...NON mollare Mai...un pò come uno stadio...però ognuno lo sosteneva come poteva...le suore con il rosario in mano, in cerchio a pregare...il misticismo era ai massimi livelli...l'acqua delle fontane continuava a grondare come per scandire il tempo che passava...stare in quella piazza, in quei momenti, penso sia stato unico al mondo...il tempo si era fermato, era piu' reale l'invisibile che il visibile...
Quando entrai in quella piazza tutta l'ansia e la frenesia che avevo cessò...finalmente ero dove volevo, e dove dovevo essere...

Perchè tutto questo attaccamento al Papa? perchè tutti questi giovani erano accorsi da lui?
Era il 2000, il Giubileo.
Io avevo 16 anni, ero pieno di sogni e di volontà. Insieme a molti ragazzi di Roccasecca eravamo accorsi a Tor Vergata, in pieno "deserto" romano per l'incontro della gioventù mondiale organizzata da Giovanni Paolo II...eravamo due milioni!!! altro che woodstock!eheh
Qui la "star" era il Papa! portoghesi, spagnoli, tedeschi e chi piu' ne ha piu' ne metta!...c'erano tutti ragazzi provenienti da ogni nazione del mondo!
Non mi dilungo troppo, visto che questa è un'altra storia...
Stavo sotto il palco ...sotto si fa per dire...diciamo un centinaio di metri...il palco sembrava un grande altare, come una zigurat o una piramide...ed al centro c'era il Papa, che scherzava con tutti noi...eheh ma sul serio! ci faceva ridere!
Quando parlò, una frase riempi di gioia il mio cuore...disse:
...vi dico: Vedo in Voi le Sentinelle del mattino in quest' alba del terzo millennio... Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame...voi difenderete la vita in ogni momento, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa Terra sempre piu' abitabile per tutti.
A noi ragazzi!?! Noi eravamo le sentinelle che stavano lì a vegliare, l'arrivo del nuovo millennio...noi! mica i politici o i potenti della terra avevano l'onore di aspettare quest' alba, che avrebbe dato inizio ad una nuova era, ad una nuova storia, sicuramente di pace e gioia (se fosse dipeso da noi giovani).
Quelle parole insieme a queste: parafrasando un'espressione di Santa Caterina da Siena, vi dico: "Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!"
E per fuoco lui intendeva un fuoco santo, non un fuoco distruttore... quel fuoco che viene dall'Alto e che ogni giovane ha dentro, quel fuoco che ci farebbe morire per un ideale...solo che a volte lo teniamo chiuso dentro una campana e lo mettiamo da parte...e rischia di spegnersi.

Insomma le sue parole avevano messo del fuoco vivo in tutti noi giovani...alla fine della giornata eravamo tutti diventati santi a dir poco! eravamo in grado di fare una rivoluzione di pace in tutto il mondo!

E' per questo, penso, che io, alessandra e tutti gli altri ragazzi eravamo lì a vegliare con il corpo e con lo spirito la morte del Papa dei giovani, siccome molto diede lui a noi, ed era giunta la triste ora di contraccambiare.

Le lacrime scendevano ogni volta che si ripensava a quelle parole, ed ogni volta che tutti Lo incitavano a non mollare e a restare con noi,ed ogni volta che le chitarre dei neocatecumeni attorno all' obelisco al centro della piazza intonavano "O Morte, dov'è la tua Vittoria?" prendendosi gioco e sbeffeggiando la morte...
...
...
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I giornalisti ed i cameraman cercavano di catturare questi momenti, credendo chissà che cosa...e nessuno se li filava.
Questo movimento spontaneo di noi giovani faceva rimanere sbigottiti gli adulti...

La piazza...le fontane...persino l'obelisco toccando il cielo con la punta sembrava pregare Il Cielo per accogliere Giovanni Paolo II nella Gloria del Padre.
Ansia, speranza, pianto e gioia si alternavano in noi portandoci anche in uno stato confusionale...
La sua morte fu annunciata alle 8.35...
...lacrime e lacrime...
I nostri pianti furono interrotti solamente da una notizia letta poco dopo...
Il Papa prima di morire, durante la sua agonia ha trovato la forza di dire delle parole che rimarranno scolpite per sempre in me ed ale, ed in tutti i giovani che erano lì:
"Vi ho cercato.Adesso voi siete venuti da me...e vi ringrazio"

Oggi rispondo: Grazie a te, per tutti gli insegnamenti e per tutto l'amore che hai dato a noi giovani...Persino con il tuo silenzio prima di morire e nell'ora del tuo passaggio nel Regno dei Cieli tu ci hai donato quel Fuoco che custodiremo per sempre in noi.
Simone