Avete mai sentito parlare di macchina fotografica a foro stenopeico?
…ma…riformuliamo la domanda…
Ti piacerebbe far rosicare quei dilettanti di Art Attack?
E per lo più spendendo pochissimi euro?
Allora non devi far altro che leggere quello che ho copiato e incollato per te:
nella parte anteriore si apre un buco di 1 cm. su cui andrà applicato il foro stenopeico.
Il termine, che viene dal greco stenos, vuol dire molto piccolo.
Per noi è sufficiente un quadratino di alluminio (domopack) forato con la punta di uno spillo: bisogna porre attenzione affinché il buchetto sia ben tondo e privo di sfrangiature, nel caso è opportuno pulirlo con una leggera passata di carta abrasiva dalla parte opposta a quella su cui si è appena appuntato lo spillo. Più o meno avrai ottenuto un forellino di mezzo millimetro.
Applica la lamina all'interno della scatola in corrispondenza del buco di 1 cm., mentre all'esterno un quadratino di cartone nero fermato con nastro adesivo fungerà da otturatore. All'interno della scatola non deve filtrare luce, quindi è opportuno utilizzare scotch nero pesante anche per gli spigoli e le giunture.
A questo punto puoi chiedere ad un fotografo di caricare la camera con una pellicola piana 6x9 da 100 ISO;
forse inorridirà o sorriderà, non importa, chiedigli di fissarla sul lato opposto al foro con quattro quadratini di nastro adesivo sugli angoli; la camera sarà pronta per la prima fotografia ( e ciò è vero anche storicamente). Il fondo della scatola è quadrato (10x10), la pellicola rettangolare (6x9), evidenzia l'alto-basso del formato per avere un'idea di ciò che inquadrerai.
In una giornata luminosa, con il sole alle spalle, nota bene, con i due cubi rientrati, quindi con una distanza di 10 cm fra il foro e la pellicola, bisognerà appoggiare la camera affinché rimanga ben ferma, sollevare il cartoncino nero che funge da tappo per un secondo, ricoprire il buco, e riportare la camera dal fotografo o in un laboratorio per far sviluppare la pellicola.
A lavoro ultimato potrai ricambiare il sorriso degli scettici.”
Bello vero?
A me sa molto di inizi del novecento!
Noi ancora non l’abbiamo sperimentata questa macchinetta di cartone…ma ora che si avvicina l’estate sono sicuro che ci proveremo!
Provateci anche voi così poi verificheremo i risultati e magari potremmo anche eleggere la foto migliore!
P.s. : Un po’ di definizioni e formule…
Ecco la formula matematica che permette di calcolare il diametro ottimale del foro ( D…espresso in mm) data la sua distanza (L) dal piano pellicola:
L è la lunghezza dell'apparecchio, cioè la distanza foro/pellicola, espressa in mm, chiamata anche lunghezza focale.
Pensate che la Nasa ha proposto un progetto chiamato “New Worlds Imager” che consisteva nell'utilizzo di una fotocamera a foro stenopeico con diametro di 10 metri e della lunghezza focale di 200000 Km per fotografare pianeti della dimensione della Terra in altri sistemi solari!!!
(sono venuto a conoscenza di tale argomento grazie al sapere di Alessio)